mercoledì 14 novembre 2012

Flusso di coscienza number one



Non credo di essere all'altezza, ma solo perché ho mal di schiena. Che poi non ho capito perché, eppure ho fatto sempre le stesse cose tranne di notte, invece che dormire ho visto film. Se arrivo alle due di notte avrò dei capelli schifosissimi stopposi come mi capita sempre dopo un viaggio aereo che superi le due ore. Mi conviene legarli con una treccia, ma prima mi devo fare la doccia e chissà se avrò il tempo dato che torno a casa non prima delle cinque. L'ho fatta stamattina, la doccia intendo. Una volta dicevano che lavarsi troppo fa male, ma non una volta tanto tempo fa, quando ero bambina me l'ha detto la mia tata. Diceva che il sapone lava via il grasso della pelle che serve per protezione. Io ho una pelle poco protetta per questo si arrossa facilmente. Però se mi guardo allo specchio sono pallidissima, ho perso gli ultimi sprazzi di colore e dopo che mi sono messa l'immancabile cipria mi sento molto simile ad una pasta di mandorla. Meglio essere lucide o meglio essere farinose? Non lo so, io non ho la pelle grassa, neanche secca. Ho la pelle che rompe il cazzo, però. Ci sono alcune persone in quest'ultimo periodo che mi hanno tanto rotto il cazzo, io le ho ignorate. Non so se ho fatto bene, però è ora che cominci a preoccuparmi per pochi intimi e che non estenda il mio stato d'animo a tutti, che poi stigrandissimicazzi loro non credo che abbiano me a cuore così tanto. Il cuore ultimamente mi fa tanto male, ma non un dolore immaginario, un dolore vero, una fitta vera, come quella che si ha quando si fa una corsa spingendo il fisico al massimo. Io lo so perché mi fa male, ma ho un po' di pudore ad ammetterlo, soprattutto a me stessa. Ci sono momenti nei quali mi rilasso e allora il dolore sparisce, ma sono veramente pochi rispetto alle 24 ore di una giornata. Stanotte per esempio mi sono svegliata perché forse batteva troppo forte tum tum tum, cavolo un tamburo yanesha. Avrei voglia anche di mettere nell'ipod un po' di musica africana, mi va di ascoltare qualcosa di tribale, di basico, senza tanti orpelli, senza strumenti a corda, solo percussioni e voci, solo ritmo e corde vocali. Non credo di fare in tempo neanche per quello, ho i minuti contati anche per fare la valigia. Perché non l'ho fatta ieri? Sono quella degli ultimi istanti, sono quella degli istanti, sempre di fretta, volti, parole, strette di mano, sesso, cibo, tutto sempre di fretta perché la vita mi stringe in una morsa, gli impegni, i ruoli, le distanze mi portano via tempo. Il tempo sta portando via tante cose, tra l'altro io non faccio mai una cosa per volta, ne faccio di più, sempre di più. Lavoro e parlo al telefono, bevo un caffè e mando una email, vado a fare la spesa e mi fermo a salutare un'amica, penso ad una cosa e parlo di altro. Parlo troppo? Non è vero, parlo per vincere la timidezza ma una volta vinta sto molto in silenzio perché so che il silenzio fa sempre piacere, non troppo e poi dipende a chi. A me piace il silenzio, non mi imbarazza, mi riempie, mi appaga, mi mette nelle giuste condizioni. Adesso ne avrei tanto bisogno, avrei bisogno di trovarmi già a destinazione, invece devo affrontare un viaggio.

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